martedì 8 novembre 2016

Trame e opinioni: La ragazza corvo di Erik Axl Sund

Titolo: La ragazza corvo
Autore: Erik Axl Sund
Casa editrice: Corbaccio
Pag.: 749
Costo: 18,90















Trama
Stoccolma: in un parco cittadino lo polizia scopre il cadavere di un giovane straniero. Il commissario di polizia Jeanette Kihlberg conduce le indagini, dando lo caccia a un misterioso quanto efferato omicida e lottando contro le resistenze interne alla polizia stessa restia a impiegare le proprie forze per cercare l'assassino di un immigrato sconosciuto. Ma con lo scoperta di altri due corpi barbaramente uccisi, Jeanette Kihlberg capisce di trovarsi di fronte a un serial killer e si rivolge alla psichiatra e profiler Sofia Zetterlund, con cui lavora giorno e notte incrociando con lei non solo lo vita professionale ma anche quella personale. E a mano a mano che Jeanette e Sofia progrediscono nelle indagini, appare chiaro che lo catena di omicidi è solo lo manifestazione più evidente e raccapricciante di un disegno criminoso e diabolico che coinvolge settori insospettabili della società svedese.

Doppia recensione

e mezzo

Commento di Iaia

Il nome dell'autore è uno pseudonimo. In effetti il libro è stato scritto da due persone: Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist. Sarei molto curiosa di sapere come hanno diviso il lavoro. E' un libro molto particolare. Ho letto che è una trilogia e che è stato pubblicato a puntate. La CE Corbaccio ha deciso di editare questo thriller in un unico volume. Meglio così.
Fare un riassunto di questo voluminoso libro è un po' difficile. I personaggi sono tutti legati tra di loro e tutti con disturbi psichici. Ci sono persecutori e tante vittime. I primi sono malati mentalmente, conducono una vita agli occhi degli estranei perfetta, sembrano famiglie felici, ma hanno un cuore nero, le seconde hanno la loro psiche compromessa per le sevizie subite fin da bambini.
Ci sarà una certa "giustizia", ma questa non risolverà i problemi che tanti aggrediti hanno avuto e continuano ad avere sulla loro pelle e nella loro anima.
Per me è difficile dare un giudizio. L'argomento è interessante e molto delicato perché si parla di pedofilia, di crudeltà nei confronti di minorenni e del danno che questi comportamenti hanno provocato in chi ha subito tali ignominie. E si parla soprattutto di una di queste vittime, che a vent'anni di distanza dall'ultimo sopruso ricevuto, ha capito come uscirne. C'è molta psicologia che è stata la parte che mi è piaciuta di più.
Ciò che invece non mi ha convinto è come è stata strutturata la storia. I capitoli hanno un titolo e in genere è il luogo in cui si svolge la vicenda, come le scene a teatro. Una scena è in salotto, un'altra è in cucina o l'altra ancora in strada. Nel romanzo quasi ogni capitolo si svolge in un edificio particolare. Ora è la casa di un personaggio, ora lo studio o l'appartamento di un altro e così via. Solo che questo non l'ho capito subito, ma dopo un po' anche perché i titoli riportano nomi e strade svedesi che certo non è una lingua semplice.
Dicevo la struttura: ho ben accettato quando alcune parti raccontavano episodi del passato, ma a volte i capitoli sono molto brevi e lasciano in sospeso il pensiero del personaggio per ritrovarlo dopo diverse pagine che non hanno legami con quello che si è appena finito di leggere.
Una cosa che non ho gradito è il capitolo intitolato Martin, che è un bambino morto annegato e che è stato intitolato così per far capire a chi legge come in effetti sia deceduto. Se non ricordo male le parti raccontano sempre vicende di personaggi in vita, ma in questo caso avviene il contrario e l'ho trovata una stortura e mi è seccato che non sia stato trovato il colpevole della morte di questo piccolo attore.
Tutto il thriller comunque è il viaggio psicologico di un personaggio che cerca di uscire dal lunghissimo tunnel di sofferenza della sua infanzia e adolescenza, per trovare alla fine un po' di serenità e accettazione dei ricordi che l'hanno sempre accompagnato.
Secondo la mia opinione, non è un libro facile, ma ha il suo fascino.
Un thriller che mi ha scosso e che a volte avrei voluto mettere da parte per un po' e riprenderlo più avanti, ma caparbiamente ho continuato finché non ne ho visto la fine.
Se l'argomento interessa, leggetelo con calma, se amate la psicologia avrete molti stimoli e sarei curiosa di conoscere il parere di chi si cimentasse in questa avventura.




Il commento di Dolci

Quanto può sopportare un essere umano prima di crollare e trasformarsi in un mostro?

Il commissario Jeanette Kihlberg viene chiamata sul luogo del ritrovamento del cadavere di un bambino seviziato e mutilato. Durante le indagini, la poliziotta, chiede aiuto a Sofia Zetterlund, psicologa infantile. Si troveranno di fronte a omicidi brutali e coinvolte in orribili scene fatte di abusi sui minori, pedofilia, torture crudeli e cannibalismo.

Quanto può essere malato un essere umano? riflette il commissario. 
E cosa lo ha reso quello che è?

Leggere questo romanzo, uscito originariamente in  tre volumi nel 2010, 2011 e 2012, è stato molto difficile e particolare. Oscuro e violento mi ha coinvolto da subito, anche troppo, infatti ho dovuto intervallarne la lettura con altri racconti più brevi e leggeri.

Col passare degli anni aveva imparato a considerare anche ciò che sembrava impossibile. In molti casi la realtà, la brutale realtà, aveva superato la fantasia.

All'inizio ho avuto difficoltà con i nomi svedesi, a cui non sono abituata, ma poi la storia mi ha presa e non ci ho fatto più caso. E' rimasta comunque una lettura difficile e sofferta per gli argomenti trattati e la narrazione fin troppo accurata. L'autore (o meglio gli autori visto che è lo pseudonimo di Jerker Eriksson e Hakan Axlander Sundquist) è stato molto dettagliato nelle descrizioni di abusi e torture.

Ricordi di umiliazioni, cicatrici interiori che vorrebbero riaprirsi per rivelare la miseria che nascondono. Ma tutto rimane chiuso là, in fondo al petto, e di tanto in tanto riemerge come un dolore pulsante. Intuire quanto dolore si possa infliggere agli altri rischia di diventare un’armatura impenetrabile. E dalla quale nulla può uscire.

Tuttavia il romanzo si è lasciato leggere velocemente (almeno quando cominciavo) grazie ai capitoli brevi e intensi che si alternano tra presente e passato con i vari soggetti della storia.
Possiamo dire che le due protagoniste principali sono Jeanette e Sofia entrambe forti e interessanti, ma il libro è pieno di personaggi diversi ognuno con una storia ben approfondita dall'autore.

Quando si getta uno sguardo al passato, talvolta è possibile stabilire l’istante preciso in cui si apre una nuova fase, anche quando, in quei momenti, tutto sembrava scorrere normalmente.

Capire chi fosse la “Ragazza Corvo”, per me, è stato scontato da subito. Quando, poi, è stato svelato, nella prima parte del romanzo, chi fosse il colpevole, il mio pensiero è stato: e ora? Eppure la storia non ha perso interesse addentrandosi sempre di più in queste menti deviate e aprendo nuovi e terribili scenari.

L’atto di uccidere un uomo è in sé semplice. I problemi sono piuttosto mentali, e qui le condizioni possono essere le più disparate. La maggior parte delle persone deve superare una serie di barriere. Empatia, coscienza e riflessione funzionano di solito come ostacoli alle violenze mortali. Ma per alcuni è semplice come aprire una bottiglia di latte.

Finalmente nella terza parte tutto diventa chiaro e tutti i nodi vengono al pettine.
Consigliare o meno questo romanzo non è semplice. La storia è cruda, inquietante e violenta e solo stomaci di ferro possono sopportarla. Personalmente l'ho trovata una lettura sconvolgente che mi ha cambiato profondamente.

Se non desiderassimo qualcosa dalla vita,
saremmo solo in attesa della morte.








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