Autore: Erik Axl Sund
Casa editrice: Corbaccio
Pag.: 749
Costo: 18,90
Trama
Stoccolma: in un parco cittadino lo polizia scopre il cadavere di un giovane straniero. Il commissario di polizia Jeanette Kihlberg conduce le indagini, dando lo caccia a un misterioso quanto efferato omicida e lottando contro le resistenze interne alla polizia stessa restia a impiegare le proprie forze per cercare l'assassino di un immigrato sconosciuto. Ma con lo scoperta di altri due corpi barbaramente uccisi, Jeanette Kihlberg capisce di trovarsi di fronte a un serial killer e si rivolge alla psichiatra e profiler Sofia Zetterlund, con cui lavora giorno e notte incrociando con lei non solo lo vita professionale ma anche quella personale. E a mano a mano che Jeanette e Sofia progrediscono nelle indagini, appare chiaro che lo catena di omicidi è solo lo manifestazione più evidente e raccapricciante di un disegno criminoso e diabolico che coinvolge settori insospettabili della società svedese.
Doppia recensione
e mezzo
Commento di Iaia
Il nome dell'autore è uno pseudonimo. In effetti il libro è
stato scritto da due persone: Jerker Eriksson e Håkan
Axlander Sundquist. Sarei molto curiosa di sapere come hanno diviso il
lavoro. E' un libro molto particolare. Ho letto che è una trilogia e che è
stato pubblicato a puntate. La CE Corbaccio ha deciso di editare questo
thriller in un unico volume. Meglio così.
Fare un riassunto di questo voluminoso libro è un po'
difficile. I personaggi sono tutti legati tra di loro e tutti con disturbi
psichici. Ci sono persecutori e tante vittime. I primi sono malati mentalmente, conducono una vita agli occhi degli estranei perfetta, sembrano famiglie
felici, ma hanno un cuore nero, le seconde hanno la loro psiche compromessa
per le sevizie subite fin da bambini.
Ci sarà una certa "giustizia", ma questa non
risolverà i problemi che tanti aggrediti hanno avuto e continuano ad avere sulla
loro pelle e nella loro anima.
Per me è difficile dare un giudizio. L'argomento è
interessante e molto delicato perché si parla di pedofilia, di crudeltà nei
confronti di minorenni e del danno che questi comportamenti hanno provocato in
chi ha subito tali ignominie. E si parla soprattutto di una di queste vittime,
che a vent'anni di distanza dall'ultimo sopruso ricevuto, ha capito come
uscirne. C'è molta psicologia che è stata la parte che mi è piaciuta di più.
Ciò che invece non mi ha convinto è come è stata strutturata
la storia. I capitoli hanno un titolo e in genere è il luogo in cui si svolge
la vicenda, come le scene a teatro. Una scena è in salotto, un'altra è in
cucina o l'altra ancora in strada. Nel romanzo quasi ogni capitolo si
svolge in un edificio particolare. Ora è la casa di un personaggio, ora lo
studio o l'appartamento di un altro e così via. Solo che questo non l'ho capito
subito, ma dopo un po' anche perché i titoli riportano nomi e strade
svedesi che certo non è una lingua semplice.
Dicevo la struttura: ho ben accettato quando alcune parti
raccontavano episodi del passato, ma a volte i capitoli sono molto brevi e
lasciano in sospeso il pensiero del personaggio per ritrovarlo dopo diverse pagine
che non hanno legami con quello che si è appena finito di leggere.
Una cosa che non ho gradito è il capitolo intitolato Martin,
che è un bambino morto annegato e che è stato intitolato così per far capire a
chi legge come in effetti sia deceduto. Se non ricordo male le parti raccontano
sempre vicende di personaggi in vita, ma in questo caso avviene il contrario e
l'ho trovata una stortura e mi è seccato che non sia stato trovato il colpevole
della morte di questo piccolo attore.
Tutto il thriller comunque è il viaggio psicologico di un
personaggio che cerca di uscire dal lunghissimo tunnel di sofferenza della sua
infanzia e adolescenza, per trovare alla fine un po' di serenità e accettazione
dei ricordi che l'hanno sempre accompagnato.
Secondo la mia opinione, non è un libro facile, ma ha il suo
fascino.
Un thriller che mi ha scosso e che a volte avrei voluto
mettere da parte per un po' e riprenderlo più avanti, ma caparbiamente ho
continuato finché non ne ho visto la fine.
Se l'argomento interessa, leggetelo con calma, se amate la
psicologia avrete molti stimoli e sarei curiosa di conoscere il parere di chi
si cimentasse in questa avventura.
Il commento di Dolci
Quanto può sopportare un
essere umano prima di crollare e trasformarsi in un mostro?
Il
commissario Jeanette Kihlberg viene chiamata sul luogo del ritrovamento del
cadavere di un bambino seviziato e mutilato. Durante le indagini, la
poliziotta, chiede aiuto a Sofia
Zetterlund, psicologa infantile. Si troveranno di fronte a omicidi brutali e
coinvolte in orribili scene fatte di abusi sui minori, pedofilia, torture
crudeli e cannibalismo.
Quanto può essere malato un
essere umano? riflette il commissario.
E cosa lo ha reso quello che è?
Leggere
questo romanzo, uscito originariamente in
tre volumi nel 2010, 2011 e 2012, è stato molto difficile e particolare.
Oscuro e violento mi ha coinvolto da subito, anche troppo, infatti ho dovuto
intervallarne la lettura con altri racconti più brevi e leggeri.
Col passare degli anni
aveva imparato a considerare anche ciò che sembrava impossibile. In molti casi
la realtà, la brutale realtà, aveva superato la fantasia.
All'inizio
ho avuto difficoltà con i nomi svedesi, a cui non sono abituata, ma poi la
storia mi ha presa e non ci ho fatto più caso. E' rimasta comunque una lettura
difficile e sofferta per gli argomenti trattati e la narrazione fin troppo
accurata. L'autore (o meglio gli autori visto che è lo pseudonimo di Jerker
Eriksson e Hakan Axlander Sundquist) è stato molto dettagliato nelle
descrizioni di abusi e torture.
Ricordi di umiliazioni,
cicatrici interiori che vorrebbero riaprirsi per rivelare la miseria che
nascondono. Ma tutto rimane chiuso là, in fondo al petto, e di tanto in tanto
riemerge come un dolore pulsante. Intuire quanto dolore si possa infliggere agli
altri rischia di diventare un’armatura impenetrabile. E dalla quale nulla può
uscire.
Tuttavia
il romanzo si è lasciato leggere velocemente (almeno quando cominciavo) grazie ai capitoli brevi e intensi che si
alternano tra presente e passato con i vari soggetti della storia.
Possiamo
dire che le due protagoniste principali sono Jeanette e Sofia entrambe forti e
interessanti, ma il libro è pieno di personaggi diversi ognuno con una storia
ben approfondita dall'autore.
Quando si getta uno sguardo
al passato, talvolta è possibile stabilire l’istante preciso in cui si apre una
nuova fase, anche quando, in quei momenti, tutto sembrava scorrere normalmente.
Capire
chi fosse la “Ragazza Corvo”, per me, è stato scontato da subito. Quando, poi,
è stato svelato, nella prima parte del romanzo, chi fosse il colpevole, il mio
pensiero è stato: e ora? Eppure la storia non ha perso interesse addentrandosi
sempre di più in queste menti deviate e aprendo nuovi e terribili scenari.
L’atto di uccidere un uomo
è in sé semplice. I problemi sono piuttosto mentali, e qui le condizioni
possono essere le più disparate. La maggior parte delle persone deve superare
una serie di barriere. Empatia, coscienza e riflessione funzionano di solito
come ostacoli alle violenze mortali. Ma per alcuni è semplice come aprire una
bottiglia di latte.
Finalmente
nella terza parte tutto diventa chiaro e tutti i nodi vengono al pettine.
Consigliare
o meno questo romanzo non è semplice. La storia è cruda, inquietante e violenta
e solo stomaci di ferro possono sopportarla. Personalmente l'ho trovata una
lettura sconvolgente che mi ha cambiato profondamente.
Se non desiderassimo
qualcosa dalla vita,
saremmo solo in attesa
della morte.
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