Autore: Francesca Barra
Casa editrice: Garzanti
Pag.: 216
Costo: 14,90
TRAMA: L'erba selvatica profuma di salvia e lambisce il sentiero che porta al mare. Teresa è solo una bambina, ma sa già cosa urlare al vento: "Io non me ne voglio andare". Per nessuna ragione vuole lasciare quella terra di cui conosce ogni particolare: la Basilicata. Ama tutto di quella regione, la magia dei sassi di Matera e il calore della costa. E il suo desiderio si è realizzato. Ora invece Caterina, sua nipote, non vede l'ora di lasciare il paesino in cui è cresciuta, dove le tradizioni regnano immutate. Vuole sapere cosa significhi sentirsi straniera, persa in una grande città. Vuole staccarsi dalla sua famiglia che adora, ma nello stesso tempo è come un albero in cui i singoli rami perdono la loro identità. Quella famiglia il cui punto di riferimento è la nonna Teresa. Sua nonna che ha la sua stessa forza di seguire il proprio istinto. Caterina sa che quello che le unisce è un legame speciale. Così quando si trasferisce a Roma la cosa più importante che porta con sé è l'agenda in cui la nonna le ha dettato le sue ricette. In un'estate che la ragazza non dimenticherà mai, le ha insegnato a cucinare, mentre i ricordi riaffioravano preziosi: la sua infanzia, il suo amore per don Mimì, il suo dono segreto di prevedere il futuro, l'attaccamento alla sua terra. E Caterina inizia a guardare la sua vita con occhi nuovi. Persino le differenze che la dividono dal suo fidanzato Pietro, che cresciuto in un contesto diverso spesso non riesce a capirla, assumono sfumature insolite. Perché Caterina scopre che le radici non sempre impediscono di volare, ma possono essere ali che portano verso cieli inaspettati. E quando il vento della sua Basilicata la richiama, ha molto da dirle. E' tornato a soffiare solo per lei. Ma Caterina sa che per ascoltarlo ci vuole coraggio. Il coraggio di seguire i propri sogni.
La mia recensione
Una terra, la Basilicata, le sue tradizioni, i ricordi, un viaggio tra paesaggi, profumi, odori...
Teresa e Caterina, due generazioni a confronto.
Teresa ama la sua terra, in un periodo storico dove i ragazzi fuggono in cerca di un futuro migliore, lei resta incagliata, sicura delle sue scelte, certezze che non le verranno mai a mancare.
Caterina, invece, è avida di conoscenza, allarga lo sguardo oltre, perché non si può restare ancorati alla sola famiglia, al solo paesino...
"Io volevo tendere lo sguardo altrove.
Scoprire cosa ci fosse oltre.
Oltre le mie abitudini, i miei itinerari rassicuranti,
i volti a me noti fin da bambina delle persone che incrociavo.
Sempre le stesse, da anni e anni.
Volevo incontrare degli estranei. Presentarmi daccapo.
Sapere che effetto facevo a chi non conosceva la mia storia, le mie origini.
Incrociare sguardi di sconosciuti. Averne perfino timore.
Provare diffidenza non fiducia a prescindere...
Insomma volevo sapere che effetto fa Caterina.
Io, sì, proprio io e solo io.
Volevo una stanza tutta mia. Non rendere conto a nessuno dei miei spostamenti.
Volevo essere libera, ecco."
E' una dichiarazione di forte indipendenza quella di Caterina, una ragazza che sceglie il cambiamento a discapito della sicurezza, contro le tradizioni, le idee che si tramandano di famiglia in famiglia, di donna in donna. Solo un unico e piccolo pensiero, oggetto, ricordo, un quaderno, un'agenda, un ricettario. Lì sono custodite le speranze di nonna Teresa, tramandare ai posteri la sua arte, la sua saggezza attraverso ricette che ricordano il passato, i gesti, le origini. Quelle origini che legano il cuore di Teresa alla sua terra che non vuole far dimenticare a Caterina...
Verrà il vento e ti parlerà di me mi fa pensare ai romanzi delle piccole cose, quei romanzi di un tempo che raccolgono le storie dei nonni, i ricordi, il passato, le usanze e questo mi ha affascinata molto. Provengo da quel tipo di terre, la Basilicata come la Puglia non si discosta molto, il profumo del mare, gli odori dell'acqua salmastra, le onde che si infrangono sugli scogli quando c'è la tramontana, le spiagge assolate e poi la gente, il paese, dove tutti conoscono tutto di tutti (scusate il gioco di parole).
Il romanzo è giostrato su due archi temporali, il passato di nonna Teresa e il presenta di Caterina, sua nipote. Cosa hanno in comune? Forse in un primo momento non lo percepisci ma andando avanti nella lettura mi sono resa conto che la voglia di vivere, le certezze che portano nel loro cuore, la libertà anche se in modo diverso le avvicinano molto. Teresa ha un suo sogno, la sua terra natia, con i suoi colori, con le sue saghe, i suoi riti, Caterina cerca nell'evasione una sua identità, un riconoscimento che non può arrivare da chi la conosce già, lei ha sete di conoscere e di farsi conoscere dove nessuno sa chi è, e chi sono i suoi legami con la Basilicata. Una terra baciata dal sole e dal vento, un vento che porta notizie buone e cattive, un vento che soffia portando dolci parole, richiamo verso il ritorno, verso casa.
In questo libro una costante, l'agenda, che cadenza il tempo passato e il tempo presente, tante ricette di una tradizione che si tramanda di giorno in giorno, di anno in anno, di vita in vita...
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