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mercoledì 21 ottobre 2020

Rubriche: Lo scaffale degli incanti

 


Ben ritrovati cari lettori, oggi vi parlo di un libro uscito pochi giorni fa, esattamente il 7 ottobre.

Favola del castello senza tempo di Gesualdo Bufalino, ringrazio la CE, Bompiani per la copia digitale in lettura

Titolo: Favola del castello senza tempo
Autore: Gesualdo Bufalino
Casa editrice: Bompiani
Pag.: 64
Costo: 12,00 cartaceo, 7,99 ebook














Dino insegue una farfalla gialla e nera che porta un teschio sul dorso e si addentra in un bosco nero: riesce a serrarla nel pugno ed è allora, quando l'ha catturata e sta per destinarla alla prigionia di una piccola scatola, che la sente parlare. La farfalla si chiama Atropo, appartiene alla Notte e gli racconta del Castello Senza Tempo, un luogo sinistro abitato dagli Immortali, anime scampate al diluvio universale e condannate all'eternità, che giocano un'eterna partita a dadi, unite a coppie, senza riuscire a ingannare il loro carceriere, il Tempo. Ma forse Dino ha il potere di liberarle: come, e con quali conseguenze? Gesualdo Bufalino gioca con atmosfere tenebrose, addensa il suo linguaggio scabro nei modi della fiaba e compone una storia di paura e mistero, impastata di elementi tradizionali, strana e inquietante. La versione del centenario è illustrata da Lucia Scuderi, artista catanese naturalmente affine alle atmosfere evocate, e introdotta da un testo di Nadia Terranova.


Come tutte le favole anche questo breve e piccolo libricino inzia con un "c'era una volta"...
Amo le storie che hanno un inizo così perché mi fanno ritornare bambina, perché mi fanno pernsare ai diversi modi di leggere questa storia.
Non è stato semplice apprezzarne la completa lettura in digitale, perché le illustrazioni non erano completamente leggibili, ma altre invece, si sono lasciate guardare e immagino già come sarà guardarle nella versione cartacea.
Primo libro che leggo di Gesualdo Bufalino, a onor del vero non lo conoscevo, quindi quando ho letto l'introduzione a cura di Nadia Terranova, ho scoperto diverse cose di questo scrittore entrato a far parte dell'entourage dei narratori contemporanei molto tardi, un professore, un insegnante che solo in pensione scopre la sua vena di autore, ho apprezzato molto l'analisi che la signora Terranova fa anche dell'opera che ho appena terminato di leggere.
Favola del castello senza tempo è una favola e come tutte le favole è dedicata ai più piccoli, un pubblico però a dire il vero non di bambini, ma di quella fascia di età tra i 9/11 anni, questo perché ci sono delle particolarità che ritengo siano un po' forti nella natura dei bambini, ma ora mi spiego meglio.
Dino è un ragazzino affascinato da una farfalla che gli gira intorno, decide di inseguirla e una volta catturata scopre che questa può parlargli.
Una farfalla con delle colorazioni sul dorso che fanno immaginare vi sia rappresentato un teschio, una farfalla che con voce di donna si lamenta di essere stata catturata già in un corpo non suo ma libera di volare e ora invece costretta fra le quattro mura di una scatola, è davvero in prigione.
Non posso e non voglio proseguire perché la meraviglia di questa favola sta nelle scelte del giovane Dino che impavido e coraggioso non dice di no alla richiesta di aiuto della farfalla fatata, nelle illustrazioni che lasciano tanto all'immaginazione, meravigliose nella loro descrizione del Castello e dei suoi abitanti.
Una favola un po' cupa, in bilico tra ciò che è reale e ciò che non lo è, una via di mezzo tra la vita e la morte e mi sono trovata concorde con l'analisi fatta in precedenza che la penna dello scrittore, purtroppo non più con noi già da diverso tempo, sia nella sua complessità una penna chiara di evocazioni, di ricordi anche di ambienti della città natia, anche l'uso di detti, i cosiddetti dialetti, che oramai sono solo un mirabile ricordo.
Sono rimasta affascinata e piacevolmente sopresa, una scoperta che mi ha incantata in pochissime pagine e che credo se letta con il giusto tono possa affascinare anche un vasto pubblico di ascoltatori.


Floriana

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