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martedì 20 dicembre 2016

Trame e opinioni: Il giardino di Amelia di Marcela Serrano

Titolo: Il giardino di Amelia
Autore: Marcela Serrano
Casa editrice: Feltrinelli
Pag.: 248
Costo: 17,00
















Trama

Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia. Tra i due, dopo un'iniziale diffidenza, nasce un profondo legame, arricchito dal gusto per la lettura. Amelia è una signora avanti negli anni, vedova con figli, molto colta, che ha molto viaggiato ed è stata traduttrice. La sua mentore è stata una cugina, Sybil, che abita a Londra e lavora in una grande casa editrice. La vita scorre tranquilla, Amelia e Miguel conversano, meditano sul loro presente, sulla vita, sui libri; il legame si fa sempre più stretto, lui va a vivere da lei, finché una notte arrivano i militari a dargli la caccia perché sono state scoperte delle armi sepolte nella tenuta. Miguel riesce a fuggire, Amelia invece viene catturata, torturata e solo quando è riconosciuta estranea ai fatti viene rilasciata. Molti anni dopo Miguel, malgrado si sia rifatto una vita in Europa, rimane ossessionato dai ricordi e tramite Sybil viene a sapere cosa è successo ad Amelia dopo la sua fuga. Gettato nel più totale sconforto, capisce che l'unica chiave per superare i suoi sensi di colpa è tornare in Cile e affrontare il proprio passato.

e mezzo

Il commento di Chiara

“La signora Amelia? Ma non si chiama così anche questo posto?”
“Sì. Santa Amelia, si chiama. E lei è la padrona.”

Miguel Flores è un giovane sovversivo, che si batte contro la dittatura cilena di Pinochet. Durante una retata viene arrestato e condannato al confino. Viene così accompagnato in un paesino sperduto dove non conosce nessuno e viene guardato male da quasi tutti gli abitanti del posto. Non tutti però. Infatti Amelia, una signora proprietaria terriera e latifondista, dalla cui tenuta prende il nome il villaggio, lo prende in simpatia e lo tratta con riguardo. Merito anche delle comune passione per la lettura fra i due nasce un’amicizia profonda, basata soprattutto sul rispetto reciproco.

Non solo mi sta simpatica, mi sto affezionando a lei.
 Non era mica nei programmi, cazzo.

Questo è un libro molto particolare di cui ho apprezzato molto i personaggi. Sono caratterizzati benissimo e anche se ognuno è arroccato nei propri ideali, riesce attraverso gli altri, ad ampliare le proprie vedute. E’ un insegnamento favoloso e una crescita personale meravigliosa e invidiabile.

“Sarebbe stata una comunista fantastica, lei! 
Peccato che abbia terre, antenati illustri e tutta quella roba lì…”

La storia è particolare. Tratta il tema della dittatura cilena, ma in maniera marginale, come elemento dell’ambientazione. Ciò che conta sono i personaggi, soprattutto Miguel Flores e Amelia. Nel corso della storia inoltre sono fondamentali anche le figure di Sybil e Mel, rispettivamente l’amica inglese e la figlia di Amelia. Queste donne andranno a incastrarsi nella storia che è appunto particolare e molto poco prevedibile.

“…è stata l’unica relazione gratuita che ho avuto con una donna, lei non si è mai aspettata niente da me, si è interessata a me e mi ha regalato la sua fiducia così, senza chiedere niente in cambio.”

Il libro sembra diviso in due parti. La prima metà è ambientata in Cile, al confino, ed è tutta incentrata sulla relazione che si instaura fra Miguel Flores e Amelia. Questa parte io ho faticato a leggerla, l’ho trovata noiosa. E’ molto importante, fondamentale, ma è stato difficile. Lo stile dell’autrice qui è tanto introspettivo, quasi filosofico e per me è risultato troppo impegnativo. Inoltre le frasi sono lunghe, elaborate, ci si perde. Pochi i dialoghi.
Da metà in poi, la fase dell’Inghilterra e del ritorno, invece li ho divorati. La storia prende forma, stupisce, persino lo stile diventa più scorrevole e ci sono più dialoghi. O forse è Sybil a renderlo più frizzante.
Il finale per certi versi mi ha stupita per altri un pochino delusa, l’ho trovato esagerato. Però è il suo, non sarebbe stato possibile altrimenti.

“Non credo, Miguel, che il bene e il male siano due forze separate e opposte, le vedo di più come luci e ombre. Come e quando illuminano e adombrano, chi può saperlo?”

In alcune cose mi ha ricordato La casa degli spiriti di Isabella Allende. E’ un libro che parla di Cile, di dittatura, di famiglia e di donne in cui però il vero protagonista è Miguel Flores.
E’ particolare e ne consiglio la lettura, preparatevi però a una lettura decisamente più impegnativa.

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