Titolo: Che dispiacere
Autore: Paolo Nori
Casa editrice: Salani Editore
Pag.: 256
Costo: 16,00 cartaceo
Bernardo Barigazzi è uno scrittore che ha cominciato a fare il giornalista ma non l'ha detto a nessuno. Quando non scrive è impegnato a corteggiare Marzia, barista laureata in filosofia, con cui ha una relazione fatta, prevalentemente, di appuntamenti mancati. Con lo pseudonimo di Ivan Piri dirige "Che dispiacere", un giornale sportivo che esce in edicola solo i giorni successivi alle sconfitte della Juventus. Sembrerebbe uno svago innocente, finché Barigazzi non si trova suo malgrado coinvolto in un'indagine di polizia. Manuel Carrettieri, ultrà con la passione per la cocaina, è stato ucciso e più di un indizio collega Barigazzi al delitto. In una Bologna autentica e insieme fiabesca, tra le osterie del centro e i vialoni della periferia, va in scena una commedia degli equivoci popolata di indimenticabili protagonisti, densa di umorismo e umanità. Per la prima volta Paolo Nori si misura con il giallo, passando dal racconto in prima persona a quello in terza, e orchestrando una sinfonia di voci e personaggi.
Che dispiacere è il titolo di un giornale sportivo che viene pubblicato soltanto quando la Juve perde. Il giornalista, Ivan Piri, è lo pseudonimo di Bernardo Barigazzi che come mestiere fa lo scrittore. Quest'uomo, vedovo da 3 mesi e che convive con la figlia quindicenne, è una persona tranquilla che si fa gli affari suoi senza disturbare nessuno. Ha una simpatia verso una donna che lavora in un bar, ma nonostante le buone intenzioni ogni volta che si mettono d'accordo per vedersi, succede sempre un inghippo che fa spostare i loro incontri. Un giorno viene trovato il cadavere di un ultrà della Juventus e per una serie di circostanze la Polizia vuole interrogare Barigazzi e così lo porta alla Centrale per avere spiegazioni sul suo alibi. Tutto si chiarirà.
A dire il vero non ho ancora capito se questo libro mi sia piaciuto. E' scritto in modo particolare, che da un lato è divertente e dall'altro meno. In pratica i dialoghi e le spiegazioni sono scritti come se l'autore fosse seduto ad un tavolino al bar e raccontasse la storia ai suoi amici. Molti incisi, ripetizioni e pensieri un po' assurdi. Posso dire che è un modo di narrare originale e sono sicura che a molte persone piace, ma questo tipo di scrittura non l'ho ancora digerita e quindi sono ancora indecisa.
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