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mercoledì 28 ottobre 2020

Rubriche: Ci provo con... #14

 


Buondì, giornata piovosa dalle mie parti. Oggi nella rubrica, Ci provo con... vi parlo del romanzo, La contadina, di Noemi Lerch, libro che mi è stato regalato dalla CE, Gabriele Capelli Editore e che naturlamente ringrazio. 

Ci provo con... è una rubrica che dà spazio alle letture di autori che non abbiamo ancora letto, ideata da Chiara, del blog, La lettrice sulle nuvole, con la collaborazione di Dolci, del blog, Le mie ossessioni librose.

Titolo: La contadina 

Autore: Noemi Lerch

Casa editrice: Gabriele Capelli Editore

Pag.: 104

Costo: 12,00 cartaceo






Una ragazza passa un anno in un paesino sperduto tra le montagne, dove il nonno, grande scalatore, aveva costruito una casa di vacanza per accogliere la moglie che veniva "dall'altra parte del mondo". La ragazza lavora presso una contadina che da sola gestisce una fattoria di montagna (qualche mucca, dei polli, un vecchio cavallo, un gatto e un po' di terreno) e vive nella casa ormai trasandata dei nonni in compagnia del fantasma della nonna.

Il libro scandito dalle stagioni: autunno, inverno, primavera, estate e autunno. Al ciclo della natura si aggiunge quello della vita: nasce un vitello, muore un corvo e il tempo scorre nell'apparente immobilità del paesaggio e del contesto rurale.

Sull'arco di un anno si intrecciano due mondi, uno concreto (la vita insieme alla contadina e gli abitanti del paese, il lavoro in stalla e sui campi) e uno onirico (i ricordi, i desideri, i sogni, la convivenza con la "nonna morta").

Noemi Lerch definisce la contadina una specie di cardine tra mondo animale e mondo umano, tra natura e civilizzazioni, tra vita e morte... mentre la ragazza si muove tra due vite che fatica a conciliare.

La contadina è un piccolo libretto di sole 100 pagine, quindi veloce da leggere, questo è stato il primo pensiero che ho avuto, oltre all'opportunità di leggere un autore nuovo che giaceva in libreria da un po'. Un libro che mi è stato regalato dalla CE, Gabriele Capelli, e che ha una produzione letteraria molto particolare, non nelle mie corde ma che ogni volta mi fa scoprire una qualcosa di diverso e molto lontano dal mio genere.

La contadina è un romanzo semplice nella linearità del racconto ma ostico quando ti soffermi per pensare a una chiusura, mi spiego: difficilmente ci si trova davanti a romanzo che parlano di se, ma che scrivono non in forma diretta ma indiretta, è come se stessimo leggendo un riassunto di un libro letto con i suoi discorsi diretti. La ragazza non ha un nome, questo perché nessuno le rivolge la parola, nessuno la chiama, quindi si resta un po' sospesi, anche la contadina resta sempre e solo la contadina, a differenza degli abitanti del paese che invece un nome lo hanno.

E' vero, non sempre quando leggiamo un romanzo ci viene detto dove ci troviamo e il periodo, bene, anche qui, non c'è nulla, un cenno storico, una data, un luogo preciso, sappiamo che siamo in montagna ma per quanto riguarda un periodo non sono stata capace di dedurlo.

Ma di cosa parla il romanzo? Una ragazza con un bagaglio di ricordi che la legano ai suoi nonni e alla terra dova hanno vissuto, decide di trascorrere il tempo in quella casa di vacanze, aiuta una contadina sola perché il marito è fuori a sciare e con lei vive aiutandola nelle mansioni che il posto richiede.

Così in un ciclo che parte dall'autunno e si conclude con lo stesso, la ragazza viene assorbita dalle mansioni del posto, la semina, il raccolto, la vita e la morte, tutto in un ciclo che la terra le offre. Una vita dedita solo a questo con qualche piccolo svago nel bar del paese e i ricordi che spesso le fanno visita della nonna, con i suoi racconti.

Analiticamente la struttura del romanzo è lineare, non lascia spazio al pensiero, perché tutto è ciclico e sistemico, il linguaggio non è ricercato anche se potrebbe sembrarlo visto il tema trattato. Una lettura per me insolita che non mi ha lasciato molto, forse perché abituata a scontri verbali, a discussioni o dialoghi, qui invece è solo un racconto di come la vita segua un proprio percorso, dal mattino alla sera, dalla vita alla morte, dall'aratura al raccolto.


Floriana

Qui i blog che hanno partecipato alla rubrica:





6 commenti:

  1. Mmmmmmmm! Non mi hai convinto granché 😭😭

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  2. Il tema della terra, del contatto con i cicli della natura è un tema a me caro, sarà che quando riesco esco dallo stress della vita cittadina per rifugiarmi nella natura.
    Questo racconto però, leggendo la tua bella recensione, ha molte incognite, l'assenza di dialoghi e la non collocazione spaziale potrebbe crearmi dei problemi nella lettura.

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    1. Sì, il romanzo non è male, ma proprio la mancanza dei dialoghi lo ha reso di difficile lettura, ripeto mi è sembrato di leggere un riassunto in prima persona

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