Autore: Cristel Caccetta
Casa editrice: Leggereditore
Pag.: 176
Costo: 16,00 cartaceo, 4,99 ebook
Carla ha vent'anni e sogna la libertà. Odia l'amore da cui scappa per non esserne dipendente, odia la mancanza d'amore che la fa sentire sola e la costringe alla continua ricerca di altro, ma soprattutto odia la sua famiglia: collusa con la malavita, l'ha privata dell'amor proprio e dell'affetto di suo fratello Claudio, l'unico sentimento in grado di farla sentire completa. Giunta a Roma da un piccolo paesino del Salento, disillusa ma affamata di vita, Carla cerca sé stessa nella stravagante umanità che incontra. In tutti ritrova una parte di sé: in Paul il dolore di chi ha sofferto profondamente, in Veronica il desiderio di guarire le vittime innocenti degli abusi, in Blue il coraggio di sperimentare un mondo a colori e in Marco la capacità di vedere l'anima delle persone... Ma forse quello che Carla cerca davvero è perdersi per non soffrire più e dimenticare la violenza subita. Alla fine, scoprirà che per liberarsi davvero dai propri fantasmi e dalle proprie paure non basta fuggire ma chiudere una volta per tutte i conti con il passato. Un romanzo sull'inesorabile navigare che è la vita, sulla possibilità, benché sia inverosimile, di governarne il vento, manovrare le vele e improvvisamente invertire la rotta...
Carla, una ragazza ventenne che scappa dal suo paese nel
Salento per raggiungere Roma. La sua famiglia è collusa con la criminalità e
proprio in famiglia ha subito degli abusi che la tormentano. Se ne è andata
anche perché suo fratello Claudio, l'unico con cui aveva un bellissimo
rapporto, è morto suicida.
E' un personaggio tormentato alla continua ricerca di
qualcosa che non riesce a trovare e la vicinanza delle nuove amicizie,
anch'esse con problemi, pungolano il suo animo e capisce che deve riflettere e
smetterla di fuggire da se stessa.
Una storia pesante, forse anche bella nel suo genere, ma non
sono riuscita a trovare una buona connessione con la protagonista. Quando
finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel, il libro finisce e termina
in un modo che mi ha spiazzato. Praticamente, per me, non c'è la conclusione, o
forse non l'ho capito, e quindi sono rimasta con dei dubbi che sono restati
tali. Un libro che non rileggerò. Lo consiglio? A chi piace il tormento interiore,
a volte sconclusionato può forse trovare in questo scritto della soddisfazione,
ma per me non è stato così.
Iaia
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