TITOLO: Lasciami Perdere
AUTORE: Barbara Morini
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: Romance contemporaneo
FORMATO: Ebook (2,99 – in offerta a 0,99
nel giorno d’uscita) Cartaceo (13,90)
RELEASE DATE: 27.05.2020
Tu non sei per tutti.
Tu sei per me.
Francesca
è una fata molto speciale, Steno un principe per niente azzurro. Lei, dopo aver
subìto violenza dieci anni prima, si è confinata in un mondo di incertezze e
paure: non ha relazioni sociali e non si lascia toccare. Lui, rinomato
ginecologo, scontroso e troppo diretto nelle sue esternazioni, ha appena
scoperto il tradimento della moglie e deciso di abbandonare casa e routine a
favore di una vita indipendente e solitaria. Con in mano una lista di obiettivi
da raggiungere per ritrovare la propria identità, Francesca approda nello
studio medico di Steno in cerca di lavoro e lui la assume come segretaria. Le
loro vite, tuttavia, sono destinate a incrociarsi in modi differenti e più
profondi, grazie anche all’aiuto di una Contessa eccentrica, inaspettata fata
madrina. Attorno a loro una vicina che fa magie con ago e filo, due domestiche
particolari e una strega in camice bianco. Tra polvere di stelle, desideri
inespressi e candeline di compleanno, vivremo la magia di una storia dove tutto
è esattamente come sembra.
L’AUTRICE
Barbara
Morini è lo
pseudonimo con cui una anonima impiegata della provincia di Treviso ha deciso
di pubblicare il suo primo libro. Nata nello stesso anno della mitica Route
americana, è cresciuta a pane, libri e musica ascoltata tra radio e
musicassette. Animata dal fuoco della passione per la lettura, ha passato
l’adolescenza in compagnia dei classici. Negli anni ’90 ha iniziato ad
attraversare mondi sconosciuti con la letteratura fantasy e per ragazzi.
All’inizio del nuovo millennio si è approcciata al mondo del romance, senza
abbandonare gli altri generi. Senza davvero crederci fino in fondo ha scritto e
pubblicato la sua prima storia su Wattpad, che ha riscosso un successo
incredibile e che si appresta a diventare ora il suo primo libro edito Words
Edizioni. E ora, giura solennemente che non smetterà più di scrivere.
ESTRATTI
1.
Steno prese il
pezzo di carta e vi buttò l’occhio: venticinque anni, liceo scientifico…
Sorvolando su
tutto il resto, tornò a concentrarsi sul soggetto che, in effetti, doveva avere
anche un nome. Infatti in alto a sinistra, proprio dove solitamente si trova,
c’era scritto Francesca Santi.
«Ha avuto esperienze di segreteria?»
«No…»
Occhiali sul naso.
«È laureata?»
«Sì, in Matematica…» Occhiali sul
naso.
C’era qualcosa
che Steno non riusciva a capire ma, riguardandola, venne colto da un’illuminazione.
Era brutta.
Peggio, era
brutta e sfigata.
«Lei è assunta! Lo stipendio che posso offrirle è di
milletrecento euro, per iniziare. Le serviranno dei camici bianchi e delle
scarpe basse, bianche, o un’altra calzatura medica a sua scelta. Niente tacchi.
Domani mattina, se le è possibile, vorrei che arrivasse alle otto. Normalmente
lo studio apre alle nove, ma ho bisogno di farle vedere l’archivio e di
spiegarle alcune regole che gradirei venissero rispettate, così come gli orari:
dalle nove alle tredici e dalle quindici alle diciannove, dal lunedì al
venerdì. Mi aspetto che sia discreta, ordinata, puntuale e gentile: l’ordine lo
decida lei. È tutto chiaro?»
2.
Le piacevano l’arte
e tutta la musica, i libri - soprattutto quelli romantici - e i film. Ma non
andava a mostre, concerti o al cinema perché non aveva abbastanza soldi e farlo
significava uscire, magari di sera. E lei non aveva amiche, né un’auto, e non
poteva rientrare tardi perché una volta lo aveva fatto e qualcuno si era
arrogato il diritto di metterle le mani addosso: un uomo, un estraneo, l’aveva
bloccata per terra e le aveva chiesto di non urlare, ma lei aveva urlato,
scalciato e graffiato mentre lui la toccava e le sbavava addosso con la sua
bocca ripugnante.
3.
«Ha qualcosa che
non va, Steno. Non è possibile che possa trovarmi nemmeno minimamente
attraente.»
«Perché? Perché ti
considero un’espressione di bellezza diversa dai canoni estetici che tutti
ritengono normali? Vale anche per l’arte contemporanea, l’hai detto anche tu:
non è per tutti. Tu non sei per tutti. Tu sei per me!»
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