Buongiorno carissimi, eccoci qui alla quarta e penultima tappa del BLOGTOUR+GIVEAWAY BET & DREAM
Due romanzi, due autrici, Betting on Love e Dreamwolker, Manuela Pigna e Mariachiara Cabrini, che hanno deciso di unirsi per dare vita a questo evento con in palio una copia cartacea autografa del loro romanzo.
In cosa consiste?
Basterà seguire una delle quattro
tappe del tour (e seguirne le regole) per poter partecipare e avere la
possibilità di essere uno dei 2 fortunati vincitori che si vedranno recapitare
a casa uno, una copia cartacea di Dreamwalker la ragazza che camminava nei
sogni, di Mariachiara Cabrini, e l’altro una copia cartacea di Betting on love,
di Manuela Pigna. Due romanzi rosa contemporanei, che questo Blogtour si
prefigge di farvi conoscere meglio: quattro tappe, quattro argomenti sfiziosi
che vi introdurranno a queste opere tutte italiane. Conoscerete i personaggi,
le ambientazioni e le musiche dei due libri, potrete leggerne dei succosi
estratti e persino vincerne una copia. Cosa chiedere di più?
Titolo: Betting on love
Autore: Manuela Pigna
Costo: 2,99 ebook, 15,00 cartaceo
TRAMA: Lui? Lui è Nic Bonaventura, un disgraziato sciupafemmine
alle prese con un’improbabile scommessa.
Lei? Lei è Penelope Postoli, una precisina che si veste
malissimo, acida come uno yogurt scaduto e, come se tutto ciò non bastasse,
architetto! Inoltre lo odia. Senza motivo? Sì, senza motivo. Lui è un
ingegnere, poi, e gli ingegneri sono fatti per essere odiati.
E allora basta, dov’è il problema? Che ognuno si faccia
la sua vita e gli affari suoi.
Ah, ma lavorano insieme? Oh no…
Nello stesso ufficio? Mmh, le cose si complicano un
pochino.
Con le scrivanie una di fronte all’altra? Cavolo, si
complicano parecchio.
E il capo ha appena affidato loro un progetto su cui
lavorare insieme? Ok, questa è una tragedia. Fine della storia.
Forse, però, quei vestiti da novantenne bavarese mezza
hippy e ipovedente nascondono forme di tutto rispetto; e forse, non c’è da
giurarci, ma forse dietro quell’aria da pallone gonfiato viziato e figlio di
papà c’è un cervello…
Ma allora c’è una speranza! Sì, la speranza che la
tragedia si trasformi d’un tratto in commedia e, chi lo sa, che tutto finisca
come nella migliore delle favole…
Acquistabile sia in versione digitale che
cartacea su tutti i siti di vendita libri online, come Amazon, IBS, Kobo,
Ibooks, La Feltrinelli ecc....
Prenotabile cartaceo anche nelle librerie
della vostra città.
Link per acquisto online su Amazon: https://www.amazon.it/Betting-Love-Vol-2-ebook/dp/B06XDLG6ZK/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1497959365&sr=8-1&keywords=betting+on+love
Dreamwolker è un romanzo che abbiamo già avuto il piacere di leggere e di recensire sul blog. In occasione dell'uscita abbiamo deciso di scrivere una doppia recensione che potrete leggere: qui
Titolo: Dreamwolker. La ragazza che camminava nei sogni
Autore: Mariachiara Cabrini
Editore
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Pub.me
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ISBN
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9788871630991
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Prezzo
ebook
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2,99 euro
|
Prezzo
cartaceo
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14,00 euro
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Prezzo store
pubme
|
9,00
euro Link: http://libreria.pubme.me/
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TRAMA: Cosa accadrebbe se un giorno ti svegliassi e scoprissi
che gli ultimi cinque anni della tua vita sono stati solo un sogno? Che il
ragazzo che hai amato e perduto non è mai esistito?
Se non ti puoi fidare dei tuoi stessi sensi per capire
ciò che è reale e ciò che non lo è, come potrai mai avere un’esistenza anche
solo apparentemente normale?
Diana ha perso cinque anni della sua vita. Vorrebbe
che non fosse accaduto, ma non può cambiare il passato, né cancellare le
cicatrici che le ha lasciato. Può solo ricominciare da capo. Costruirsi una
nuova identità, trovare nuovi amici, un nuovo scopo, e nascondere a tutti il
suo segreto. Nessuno potrebbe mai immaginare che dietro i suoi abiti
sempre coordinati, la sua quieta determinazione nello studio e l’abilità di
creare dolci squisiti, si celi una paura che stenta a tenere a bada. Nemmeno
Sebastiano, l’assistente del corso di giapponese che Diana ha iniziato da poco
a seguire.
Quando la guarda, lui vede solo una ragazza attraente,
con gli occhi grigi più belli che abbia mai visto, ma quando lei lo guarda vede
ciò che sta cercando disperatamente di lasciarsi alle spalle. Vede un incubo
che le impedisce di dormire, un dolore che l’ha cambiata per sempre e che non
vuole mai più provare. Amare è un rischio che non vuole correre di nuovo, ma la
scelta non è unicamente nelle sue mani, e osare potrebbe permetterle di
raggiungere un traguardo che non aveva mai neppure osato sognare.
Per saperne di più su trama e personaggi
andare al link: http://writtenbyweirde.altervista.org/libri/dreamwalker-la-ragazza-cammina-nei-sogni/
E ora veniamo a noi e alla tappa in questione, qui leggerete degli estratti che avranno lo scopo di incuriosirvi:
Manuela Pigna scrive:
Ecco una
delle mie scene preferite di Betting on Love. Mi piace perché:
A) sono un po’
fissata con gli ascensori e
B) lui qui per la prima volta sente qualcosa di
potente dentro, qualcosa che lo spiazza e non riconosce subito, e questo
qualcosa scatta solo perché lei lo chiama finalmente per nome dopo tanto tempo.
Mi piace perché si vede come, quando sei innamorato, anche la cosa più piccola
sembra assurdamente bella e gigantesca.
“Alle
sei e zero zero, la mia collega si alza dalla sedia e si disfa il solito
chignon, lasciando i capelli sciolti.
Ricordo
il maniaco di sotto e mi alzo a mia volta, affiancandola mentre si dirige verso
l’uscita. «Aspetta, è meglio che ti accompagni alla macchina stasera».
Sbuffa.
«Perché è meglio se mi accompagni? Sei preda di un’allucinazione visiva e
uditiva profondamente paranoica a causa delle tante droghe che sicuramente hai
preso da adolescente?», chiede con indifferenza e tono piatto mentre aspettiamo
l’ascensore.
Non
rispondo alla provocazione, in fondo la sua sicurezza va al di là dei nostri
screzi. «No, c’era un tipo strano vicino alla tua macchina prima, voglio solo
assicurarmi che non ci sia più e tu te ne vada senza il coltello di uno
psicopatico piantato nel cuore».
Lei
ride genuinamente, tenendosi la pancia, tutta l’indifferenza di un istante
prima scomparsa completamente. «Ma figurati…»
«Giuro!»,
esclamo mettendomi una mano sul cuore e alzando l’altra verso l’alto. «Era
proprio quel genere che ti sembra innocuo e poi scopri che si sta facendo un
vestito di pelle umana nel seminterrato di casa sua».
Lei
mi fissa per due secondi interi e poi scoppia a ridere ancora più forte di
prima.
«Ridi
ridi, intanto se torni a casa sana e salva è solo grazie a me».
In
quel momento arriva l’ascensore. Una volta dentro, lei si blocca di colpo e si
gira verso di me. «Aspetta un attimo, com’era fatto questo tipo psicopatico?»
Glielo
descrivo brevemente e lei sorride picchiettandomi un braccio. «Oh, non ti devi
preoccupare! È Gianni, un tipo con cui uscirò stasera».
Rimango
a bocca aperta per svariati secondi. Un rivolo di sudore freddo corre lungo la
mia spina dorsale. Non riesco a parlare.
Lei
si guarda intorno all’interno dell’ascensore, in modo del tutto inutile perché
ci siamo solo noi, e abbassa la voce con fare cospiratorio. «Qualcuno una volta
mi ha detto che mi devo liberare sessualmente».
Mi
tiro indietro come se mi avesse spinto con entrambe le mani, in quel momento si
aprono le porte dell’ascensore e lei fa per uscire, ma io la tiro dentro e
chiudo le porte, poi pigio il tasto per tornare su.
«Ma
che fai?», protesta lei quando capisce cos’ho fatto.
«Frena
un attimo, forse ho capito male», dico lentamente, mentre la trattengo per un
braccio. «Tu vuoi fare cosa stasera?»
«Hai
capito, hai capito. Poi sei stato tu a darmi l’idea».
«Ti
do un sacco di idee ultimamente».
Lei
sorride lentamente. «Già».
Rimango
senza parole per troppo tempo, perché l’ascensore si riapre al nostro piano e
io chiudo le porte un’altra volta. Lei, a tradimento, spinge il tasto zero.
«Ma
con quello!», sbotto preso dal panico, ma panico per quale motivo non so.
«Quello lì?!».
«E
perché no?»
Apro
la bocca e la richiudo un paio di volte. «Ma tu non hai proprio gusto allora…».
Diventa
seria in un istante e incrocia le braccia sul petto. «E perché, cos’ha che non
va quello lì? Solo perché non è un
palestrato figlio di papà, arrogante e donnaiolo non va bene?».
Agitato,
mi metto una mano sul fianco e l’altra sulla testa. «No, perché sembra un
serial killer!», sbotto, e arriviamo allo zero prima del previsto.
Pigio
di nuovo il tasto per il nostro ufficio.
Lei
si volta furibonda verso di me e urla: «Nic!».
E
io non lo so, non lo so perché, ma sento come se dentro di me si fosse aperta
una diga e un fiume di sangue si stesse riversando violentemente dal mio cuore.
«Come hai detto?», chiedo più dolcemente di quanto non volessi.
Diventa
rossa e si gira verso il quadrante. «Ho detto, smettila Bonaventura!».
La
prendo per un braccio e la faccio ruotare verso di me, un po’ rudemente forse,
ma non riesco ad essere padrone delle mie azioni in questo momento. «No, non è
quello che hai detto».”
Mariachiara Cabrini scrive: Ho scelto come estratto un momento molto importante
per Diana, che finalmente ha il coraggio di fare il grande passo nella
relazione con Stefano. Per lei è una decisione monumentale, un rischio che non
credeva di voler più correre, ma al cuore non si comanda.
-L’assistente sociale verrà dai
noi, spero per l’ultima volta, giovedì. Ti andrebbe di essere presente
all’incontro?
Le stava lasciando la porta
aperta, dimostrando ancora una volta di essere più coraggioso di lei, e di
essere pronto perfino a mostrarsi vulnerabile pur di accontentarla.
-Ne sarei onorata. - sussurrò,
poggiando la fronte contro la sua.
-Porterò la mia torta ai lamponi,
in modo da rendere più dolce l’occasione, e spero la potremo mangiare per
festeggiare la fine del vostro periodo di osservazione.
Gli baciò entrambe le guance, la
punta del naso, e infine le labbra. Lentamente. Languidamente. Spinta da una
dolcezza infinita che sembrava consumarla, come se lo zucchero che era solita
mettere in abbondanza nei dolci le stesse scorrendo nelle vene. La loro
intimità, così come il loro rapporto, era cresciuta lentamente nel tempo, a
causa delle mille ragioni che frenavano Diana dal buttarsi a capofitto in
quella storia. Aveva voluto essere sicura di tenere a Sebastiano per lui stesso
e non a causa del ricordo di Stefano, o perché temeva la solitudine. Aveva
voluto superare la paura che un sentimento troppo forte potesse farla regredire
e ricadere nella schizofrenia. Aveva cercato di reimparare a fidarsi di sé stessa
e delle sue percezioni. Forse la cosa più difficile fra tutte. E ora le
sembrava di essere finalmente pronta per compiere il grande passo che avrebbe
cementato il loro legame e fare finalmente l’amore con Sebastiano. Perché era
la normale progressione di ogni rapporto di coppia, perché voleva riuscire ad
esprimergli tutto ciò che provava per lui e perché con ogni bacio e ogni
carezza aveva risvegliato il suo corpo che ora reclamava a gran voce
soddisfazione.
Ma restava un piccolo problema:
era vergine, tecnicamente, e Sebastiano non ne aveva la minima idea.
Non aveva dato l'impressione di
esserlo, perché nella sua mente non lo era. Nella sua vita immaginaria,
rinchiusa nella sua testa, mentre nella realtà giaceva in stato catatonico,
aveva fatto sesso molte volte. Aveva fottuto per i motivi sbagliati, per
sopravvivere sulla strada, per punirsi, per farsi e fare del male, per
dimenticare... Aveva fatto cose, e lasciato che le facessero cose, che avrebbe
solo voluto dimenticare. Aveva fin troppa esperienza, ma niente era stato
reale. Si comportava come se sapesse quello che faceva, perché in effetti
teoreticamente lo sapeva, ma mancavano i fatti. E non poteva certo lasciare che
lo scoprisse nel mentre delle cose.
Sorprenderlo così sarebbe stato ingiusto. Doveva dirglielo. Adesso. Anche
perché meritava di sapere di lei qualcosa di così intimo, dopo che si era
aperto così profondamente nei suoi confronti.
- Sebastiano ho due cose da
confessarti. - gli disse.
- Cosa? - le chiese, tornando a
sfiorarle le labbra e distraendola.
- Voglio passare la notte con te.
- rivelò, sentendolo immediatamente irrigidirsi. Oddio, forse era stata troppo
schietta. Aveva sbagliato il momento. Oppure non la desiderava come credeva...
Poi all'improvviso lui si mosse,
alzandosi dal divano con lei in braccio, e fu costretta ad allacciargli le
braccia al collo per non cadere, mentre a grandi passi la portava verso la
camera da letto, baciandola appassionatamente. Questo provava senza ombra di
dubbio che non aveva sbagliato momento.
Si ritrovò sul letto, fra le sue
braccia e fu solo per bisogno di ossigeno che le loro bocche si staccarono per
un attimo. Un attimo che fu sufficiente per ricordarle che aveva ancora
qualcosa da dirgli -Sebastiano.
-Sì? -mormorò lui, mentre con le
labbra le carezzava il collo.
Concentrarsi le riusciva
difficile, con tutte le piacevoli sensazioni che stava suscitando nel suo
corpo, ma in qualche modo riuscì a parlare -C'è un'altra cosa che devo dirti.
- Cosa?
- Sono vergine. - confessò tutto
d'un fiato, e lo sentì immobilizzarsi come una statua per la seconda volta
quella sera. Sperò di non averlo spaventato, o che non la considerasse troppo
strana. Non poteva spiegargli il motivo per cui era ancora vergine, dal momento
che non voleva parlargli della sua malattia.
Lui riprese a muoversi dopo
qualche secondo, sollevando il capo per guardarla in viso, ma lei abbassò lo
sguardo imbarazzata e poi chiuse addirittura gli occhi. Li riaprì solo quando
lo sentì baciarle la fronte, mentre con la mano le carezzava i capelli.
-Non devi sentirti in imbarazzo.
Credo sia una cosa bella, che dimostra la tua serietà. E sono onorato che tu
abbia scelto me per essere il primo.
Prese un respiro -Non credi sia
strano che io...
La interruppe fermamente -No.
-Veramente? - sussurrò.
Per tutta risposta Sebastiano le
prese il viso fra le mani, fino a costringerla a guardarlo negli occhi.
-Veramente. In realtà in questo momento mi sento persino orgoglioso, perché hai
scelto me fra tanti. Questo che mi stai facendo è un regalo infinitamente prezioso.
La serietà nella sua voce il
calore nel suo sguardo la convinsero che stava dicendo la verità e finalmente
gli sorrise sollevata.
-Voglio renderlo piacevole per
te. - le disse, iniziando a slacciarle la camicetta - Spero di riuscirci, non
l'ho mai fatto con una vergine prima d'ora.
-Sono certa che ci riuscirai, sei
già sulla buona strada.
Sebastiano la spogliò lentamente,
osservando ogni centimetro del suo corpo mentre lo metteva a nudo. Non la
sfiorò deliberatamente mentre slacciava i bottoni e abbassava le cerniere, ma
ogni più piccolo tocco delle sue dita le diede una scossa. Una volta terminato
di svestirla, si sollevò in ginocchio sul materasso e ammirò il suo corpo da
capo a piedi.
- Proprio come pensavo, - mormorò
- sei perfetta.
Diana abbassò il capo - Non direi
proprio. Sono troppo magra, non ho curve. - si portò le mani al seno, cercando
di coprirlo, ma Sebastiano la bloccò, afferrandole delicatamente i polsi.
- Come ti ho già detto, se
qualcuno ti fa un complimento, devi accettarlo senza ribattere. Non è bello
giudicare i gusti altrui. Per me tu sei perfetta. Questa è la mia insindacabile
opinione.
Lei alzò la testa e arrossì
ancora di più, leggendo l’apprezzamento nei suoi occhi. Dunque era vero, la
trovava bella. Questo pensiero la riscaldò, ma volò via con tutti gli altri,
non appena lui iniziò a toccarla. Con le dita, i polpastrelli e i palmi delle
mani, seguì i contorni del suo corpo. Le carezzò le spalle, le braccia, il
dorso delle mani, l’incavo fra i seni, la vita, i fianchi, le gambe, per poi
risalire di nuovo lungo le cosce, i glutei, la schiena. Imparando le sue forme
e reclamandole come proprie. E più la toccava, più il mondo intorno a lei
diventava nitido, assumendo contorni definiti. Poteva vedere i pori della sua
pelle, il pulviscolo che aleggiava nell’aria, illuminato dal lampadario acceso,
le ombre dei loro corpi sulla parete. Tutto appariva più reale, tangibile….
chiaro, come nulla era più stato nella sua vita, dal momento in cui aveva
saputo di soffrire di schizofrenia.
Quando aveva baciato Stefano,
nella sua vita immaginaria, il mondo intorno a loro era sembrato scomparire,
con Sebastiano invece sembrava avvicinarsi, farsi incontro a lei e circondarla
di nuove sensazioni. Concrete, vere, travolgenti.
REGOLE GIVEAWAY
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Bellissimi questi estratti..sinceramente..penso che, per chi vince sia difficile scegliere quale dei due libri prendere
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10209556882495702&id=1136581970
Davvero belli questi estratti! Sono entrambi due libri molto interessanti!
RispondiEliminalauradomy@hotmail.it
Uffa siete troppo cattive con questi estratti difficile la scelta.
RispondiEliminatvxqejyj@gmail.com
Bellissimi estratti che mi convingono sempre di piu in questi romanzi...partecipo a tutte le tappe
RispondiEliminasofiabarca39@gmail.com
Il blogtour è ufficialmente finito e i vincitori sono stati estratti:
RispondiEliminaCongratulazioni! a Anna Rinaldi e Laura Colucci!
E spero che anche tutti gli altri partecipanti abbiano trovato interessanti i due romanzi.