Autore: Angeles Mastretta
Casa editrice: Giunti
Pag.: 224
Costo: 18,00
Trama
Sull'onda del ricordo e dell'emozione, con "Il vento delle ore", Ángeles Mastretta ci propone un nuovo, intenso memoir lungo i sentieri incantati dei ricordi rievocando i momenti più preziosi della sua infanzia e giovinezza a Puebla. La zia Catita, fantasiosa e tenace, che aveva il dono di predire il futuro; il padre italiano che appena tornato dal lavoro riuniva con un fischio tutta la famiglia davanti a un piatto di pasta; Ángeles adolescente, che sognava di essere magra come Jackie Kennedy e alta come le fidanzate dei Beatles, alternando digiuni e abbuffate sulla scia di dispiaceri ed entusiasmi; il complesso rapporto con la madre, bellissima, forte e tradizionalista, che non perdonò mai la scelta di Ángeles di vivere l'amore liberamente, convivendo con un uomo senza sposarsi. Attraverso immagini così forti da trasportare il lettore nei luoghi e nel tempo della narrazione, Ángeles Mastretta percorre con il suo stile impeccabile i grandi temi dell'esistenza: la stagione sublime della giovinezza, quella dell'amore e della morte, celebrando soprattutto l'importanza di non lasciarsi sfuggire ogni singola occasione di vita.
Il commento di Iaia
Non mi metto nemmeno a scrivere un sunto mio di questo
libro, non ne sarei capace. Dalla sinossi stampata leggo che la Mastretta è una
scrittrice nota, ma questo libro non mi è piaciuto, non perché sia scritto
male, ma per il contenuto in sé. Sono solo ricordi personali della sua
infanzia, giovinezza, insomma della sua vita, che non seguono un filo logico,
ma scritti come le sono venuti in mente. Francamente non mi è interessato. Ogni
essere umano, quando raggiunge una certa età, se guarda indietro ha tanto da
raccontare, ha delle visioni chiare di come ha vissuto, sicuramente un profumo
nell'aria o un panorama può far tornare alla mente sensazioni che provocano in
chi ricorda un momento di nostalgia, malinconia o allegria. L'argomento,
quindi, è diverso dal solito, perché non c'è una storia, e tutti questi
avvenimenti del passato non mi hanno detto niente perché oltretutto compaiono
molti personaggi, che come base comune hanno solo lo struggimento del passato
dell'autrice, e si affacciano, nei ricordi, a tratti e numerosi, lasciando il
lettore, questo vale per me, con la sensazione di inadeguatezza. Che un nome
sia un parente o un amico e poi non ritrovarlo più oppure rileggere quello
stesso nome a distanza di molte pagine, mi ha creato confusione. Non ho trovato
un nesso. Ritengo che la Mastretta abbia riempito pagine per mettere in
evidenza cose del suo passato non pensando che chi non fa parte della sua
cerchia di conoscenze non riesce a capire cosa abbia voluto raccontare. Proprio
per questo valuto questa storia in base a ciò che mi ha lasciato, ed è proprio
una opinione molto personale, perché ci sarà sicuramente chi invece, al
contrario di me, apprezzerà questi pensieri.
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