Autore: Giulia Anna Gallo
Casa editrice: Dunwich Edizioni
Pag.: 90
Costo: 0,99
Trama
In una
terra da favola in cui Bene e Male paiono poli opposti privi di sfumature
intermedie, Bestia è sempre stato etichettato al primo sguardo come Cattivo, in
parte per via delle sue origini e in parte per via dell’aspetto rozzo e
minaccioso. Nessuno considera l’ipotesi che possa decidere di assecondare il
suo lato umano e non c’è modo che la brava gente di Steamwood lo tratti come
qualcosa di diverso da un mostro. L’unica capace di vedere oltre le apparenze e
giudicarlo in base alle sue azioni sembra essere la giovane Bella, la prima
fanciulla ad avvicinarglisi senza riserve e a fargli accelerare i battiti del
cuore.
Peccato
che per redimersi agli occhi del mondo non abbia altra scelta se non tradirla.
Il commento di Patrizia
«Esiste sempre almeno una seconda scelta»,
gli disse,
«altrimenti non saremmo esseri umani, ma burattini tra le mani del
fato.
Puoi ancora tirarti indietro.»
Per
fortuna lettura veramente corta, 78 pagine, trovate eterne, con la voglia continua di abbandonare la lettura, zero
emozioni o sensazioni.
Difficile
da recensire, perché non mi ha lasciato nulla, tra le pagine non ho provato un
barlume di sentimento, di interesse… il nulla. Peccato perché l’idea era
carina, ma sviluppata poco.
Una
rivisitazione moderna della storia della Bella e la Bestia, del loro amore,
dove ci si chiede veramente se il buono è veramente buono e il cattivo
veramente cattivo.
L’ambientazione
è futuristica, post apocalittica, immaginate il vecchio film di Mad Max per
darvi un’idea. Da sfondo, un paesaggio fatto di cespugli di yucca sintetica, sciami di api robot,
alberi combattenti… il drago da uccidere.
Il
libro inizia con la storia di Adam e Velena, i genitori, come prefazione della
storia tra Bestia e Bella 17 anni dopo. Velena, capelli corvini lisci come la seta, zigomi alti e fieri, tratti affilati, verdi occhi da gatta, pelle lattea e labbra piene e sensuali. Adam
non viene mai descritto, si sa solo che ama costruire aggeggi meccanici.
Lentamente incontriamo i veri
protagonisti:
Bestia – Teschio d’Ottone - fuggito dalla propria famiglia, dalle proprie
origini. Il cattivo per definizione, per tipo di lavoro. il mercenario, per
l’aspetto, per il caratteraccio.
Bella, di nome e di fatto
“Aveva lunghi capelli mossi e castani, immensi
occhi verdi, guance rosee e un naso piccolo, quasi infantile. Le labbra
carnose, dalla piega naturalmente rivolta verso l’alto in un sorriso perpetuo,
erano di qualche sfumatura più scure della sua pelle di pesca”
un'eroina
romantica, un’esplosione nella vita di Bestia, porterà il cambiamento
dell’animo del nostro protagonista. Stava per compiere diciotto anni e presto
sarebbe stata libera, i petali della rosa meccanica stavano terminando. Il
fiore, protetto da una teca, aveva un timer per scandire le giornate, ogni sera ne faceva cadere uno di metallo ricoperto di oro rosso, sprigionando un
incantesimo in grado di trovarla ovunque fosse e riportarla lì, ma quando
l’ultimo petalo fosse infine caduto l’avrebbe resa libera.
Velena (la mamma di Bella) le aveva
lasciato scritto sul diario, parole amare sull’amore:
“Nessuno ti amerà mai completamente, nessuno
accetterà di voler bene al mostro del quale non ti puoi liberare. Sei
incatenata alla bestia, sua fino alla fine del tempo. E finché qualcuno non
imparerà a vedere oltre la sua corazza, a scorgere il bene celato dietro di
essa, la solitudine sarà il tuo fato. Non illuderti di poter cambiare le cose,
nemmeno il sentimento più puro ne è in grado.”
L’innamoramento
tra i due è banale, infantile e mal descritto … mancano pagine e pagine di
sviluppo storia.
Lettura
che a priori non mi è piaciuta, e faticosamente ho recensito.
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