Autore: Diana Malaspina
Casa editrice: self
Pag.: 219
Costo: 0,99 ebook
Trama
Pamela è all’ultimo anno di un Dottorato di Ricerca quando scopre di essere incinta. Con la tesi da scrivere, l’incertezza di un contratto futuro e l’assenza del padre del bambino che ormai vive dall’altra parte dell’oceano è evidente che non era proprio il momento ideale per diventare madre. Rifiutando di farsi scoraggiare, Pamela affronterà questa avventura con la sua potente arma segreta, un’ innata ironia, e con una forza nuova che piano piano la trasformerà in una mamma. In questo viaggio però, Pamela non è sola. Amiche leali ed esilaranti e una giovanissima futura nonna,bionda e svampita solo in apparenza, la affiancheranno e la aiuteranno a non farsi sopraffare dalla paura di non farcela e dal senso di responsabilità terrorizzante nei confronti di una figlia che si trova a tenere tra le braccia, sola, ancora “ospite” in una casa dei genitori che non sente più completamente sua. A sconvolgere ancora di più la vita di Pamela ci si mette anche l'amore. Nel peggior momento possibile della sua vita sentimentale, la protagonista incontrerà un uomo capace di scoprire tutte le sue carte. Si farà strada nel suo cuore e, con la dolcezza di un uomo che sa di aver trovato la donna della sua vita, le mostrerà fino a che punto può essere vero che l’amore ti accetta per ciò che sei e che si può amare una persona solo interamente, desiderando con lei anche tutto ciò che fa parte della sua vita.
Doppia recensione
e mezzo
Iaia
Pamela e Flavio. Lei laureata, dottoranda in microbiologia e
ricercatrice presso l'Università di Bologna è incinta, single, ma accettata
dalla famiglia che non la lascia sola in questo periodo delicato. Lui, un bel
fusto, gentile, sempre sorridente, un uomo che lavora, sicuro di sé, diplomato
con difficoltà perché dislessico, è un muratore. Sin dal primo sguardo in cui i
loro occhi si incrociano Flavio e Pamela capiscono che tra loro è scoccato
qualcosa, ma mentre il protagonista continua a comportarsi serenamente, lei si
fa mille problemi. Il suo tarlo è: come può un uomo interessarsi a lei quando
aspetta il bambino di un altro?
Ma Flavio, con la testardaggine, la sicurezza del suo comportamento e dei suoi sentimenti, riesce a penetrare nella testa di Pamela e a farle capire che lui la ama con tutto il "bagaglio". La ragazza non potrà far altro che capitolare.
Ma Flavio, con la testardaggine, la sicurezza del suo comportamento e dei suoi sentimenti, riesce a penetrare nella testa di Pamela e a farle capire che lui la ama con tutto il "bagaglio". La ragazza non potrà far altro che capitolare.
La storia non è solo lo svolgersi di questo sentimento tra i
due personaggi, ma punta decisamente sulle situazioni divertenti e a volte
assurde, che circondano Pamela durante la gravidanza. Qualunque persona che lei
conosca o incontri per caso, deve dire la sua sullo stato di una donna che
aspetta un bambino. Le domande ripetitive, il voler toccare la pancia perché porta
fortuna, la richiesta se è maschio o femmina, se la pancia è a punta o tonda...
una noia per la protagonista che a volte rischia di farla diventare isterica.
“Quindi dentro la tua pancia non battono ancora le ali?” chiese.
“Boh.”
“Come boh? O si muove
o non si
muove. Non sei
Galileo, nessuno ti scomunica se
dici che si muove.”
“E secondo
te come faccio
a sapere se
è lui che si muove
o se sono le mie budella?”
“Ah-ah!” strillò Sabrina, trionfante,
“Quindi
non puoi negare che il tuo intestino funzioni!”
La guardai con disgusto. “Eppur
si muove…” brontolai, sconsolata.
Le mamme guardavano
la mia pancia, che cominciava ad essere abbastanza evidente da influenzare il modo in
cui mi sedevo al tavolino del bar, e lanciavano a me e Flavio ogni sorta
di sguardi: dal
sorriso sadico alla
“non sai cosa
ti aspetta”;
al
nostalgico “goditi questo
momento di pace
finché puoi perché
il prossimo lo
avrai quando quella
cosa che ti
cresce dentro se ne andrà
in Erasmus”.
Per fortuna Pamela è circondata da amiche che la tirano su
di morale e che le sono vicine quando lei deve affrontare dei problemi che le
pesano.
E' un libro simpatico, divertente, in cui scappa qualche
risata e tanti sorrisi e se l'amore non è l'argomento centrale è stato comunque
piacevole leggere l'argomento di una donna incinta che più o meno deve
"sopportare" tutte le frasi fatte, le occhiate ammiccanti o l'aria di
donne saccenti che sanno tutto e che pretendono di essere, sull'argomento, la
scienza personificata.
A dire il vero questo libro mi ha portato alla memoria un
altro romanzo che riguardava l'esperienza di un'altra donna in attesa in un
bimbo, e che lo stesso mi ha fatto divertire.
Storia
frizzante, ironica, brillante. La scrittura è particolare, in prima persona ma
con dei livelli di sarcasmo troppo forti (diciamo pure che in alcune parti non l’ho
proprio gradita) visto l’argomento. La protagonista si autocritica
continuamente ed insomma si svilisce parecchio, i personaggi di sfondo sembrano
delle “macchiette” per gli aneddoti raccontati.
La
trama di per sé non ha nulla di nuovo ma è ben sviluppata, ben gestita.
Pamela
è la nostra bizzarra protagonista, 26 anni, precaria con contratto a termine e rigorosamente incinta dell’ex
fidanzato – poi fidanzato – poi ex – poi fidanzato – poi ex… diciamo recidiva
al massimo. La descrizione di questo futuro padre è esilarante, Colui-che-non-doveva-essere-nominato (ossia
Mirko), lui che ignaro di tutto al
momento si trova a fare l’allenatore in America.
“Il suo essere idiota mi aveva sempre
provocato un istinto di protezione, fin da quando era bambino: non è colpa sua, è che non è ancora in grado di
prendersi la responsabilità di ciò che fa, diventerà grande, cambierà con il
tempo… beh il tempo era scaduto e lui non
era diventato grande.”
I rapporti con le persone intorno a lei
sono surreali e reali al tempo stesso, perché la gente quando incontra una
donna incinta ha degli atteggiamenti veramente snervanti e pazzoidi (se ne
frega altamente se tu sei felice, spaventata, l’unica cosa che conta per loro è il gossip).
“No, non “congratulazioni!”, quello sarebbe
stato fin troppo normale.
Nemmeno “accidenti che sfiga” che, per quanto poco educato, nella mia situazione di madre-per-caso avrebbe potuto non essere completamente fuori tema.
La frase sulla bocca di tutti, prima ancora di “ciao, buon anno, come stai”, era la seguente: “Fammi toccare la pancia!”
Nemmeno “accidenti che sfiga” che, per quanto poco educato, nella mia situazione di madre-per-caso avrebbe potuto non essere completamente fuori tema.
La frase sulla bocca di tutti, prima ancora di “ciao, buon anno, come stai”, era la seguente: “Fammi toccare la pancia!”
Dolorosa la constatazione della stupida, inutile
burocrazia italiana, l’andirivieni da un ufficio al l’altro, da un format
all’altro è descritto meravigliosamente (la triste verità del lavoro pubblico).
“C’è la copia dell'autorizzazione al
lavoro durante l'ottavo mese di gravidanza che l'INPS ha rilasciato al suo
datore di lavoro?” chiede.
Per qualche istante la mia mente
rifiutò di collaborare, cullandosi nella vana speranza di aver capito male.
“Il documento rilasciato dall'INPS?”
“Si.”
“Cioè, avete bisogno di un documento
rilasciato da voi stessi?”
Uscita dall'INPS, chiamai la segretaria
amministrativa del mio Dipartimento esponendole la questione. Ci mise un po' a
capire cosa esattamente le stessi domandando, poi, con ammirevole
professionalità e un invidiabile tono misurato, mi chiese se l'impiegata
dell'INPS mi fosse parsa sotto l'effetto di stupefacenti.
Non potevo darle torto, il sospetto era
più che legittimo.
Flavio, muratore sempre gentile, dal
sorriso rassicurante. Inizialmente la sua presenza è appena percettibile eppure
colpisce, piace la sua gentilezza.
Pamela è incredibilmente ironica,
sarcastica ed autocritica nei propri confronti, nel romanzo non mancano
frammenti quotidiani della dura vita delle donne incinte
“L’inventore delle infradito meritava
un plauso maggiore di quanto non avessi mai pensato in precedenza, solo per il
fatto di poterle infilare senza doversi chinare: con quel cocomero che mi
ritrovavo tra il seno e l’inguine, i
piedi sembravano più irraggiungibili dell’isola che non c’è.”
La
triste e dura vita di noi donne incinte e tragicamente/duramente messe a dieta.
Incurante delle mie traversie, la
ginecologa decise di infierire mettendomi a dieta. Evidentemente il fatto che
io avessi smesso di andare al lavoro tutti i giorni aveva reso il mio stile di
vita più sedentario (ma parliamone: quale donna all’ottavo mese di gravidanza,
con l’agilità di un tricheco obeso e la circolazione ferma come l’autostrada un
venerdì sera di luglio, non diventa sedentaria?) e questo aveva reso eccessivo il mio incremento di peso in
quelle ultime settimane. Tanto che la ginecologa, dopo aver annotato
diligentemente il nuovo peso sulla mia scheda,esordì con: “Adesso ti cazzio.”
Rassicurante.
“Anzi, adesso ti metto ad acqua e
carote.”
Il mantra del corso di yoga pre-parto
ve lo lascio come messaggio finale di questo libri comunque piacevole.
Inspira, espira.
Trova l’armonia tra mente e
corpo.
E non fare domande.
Sembra molto carino, me lo segno ;-)
RispondiEliminaè vero che tutti devono dirti qualcosa quando sei incinta! E ti raccontano il parto...
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