Autore: Ornela Albanese
Casa editrice: Mondadori
Collana: I Romanzi Mondadori
Pag.: 185
Costo: 3,99
Trama
Il caparbio Alessandro di Iesi, braccio destro di Federico II, conquista il feudo di Montalto, espropriando la famiglia che da sempre ne detiene il potere. In poche ore Irene di Montalto si ritrova senza casa né padre, ucciso per mano nemica. La sua unica speranza di difesa è sposare Evandro di Cerrano, un nobile cavaliere che potrebbe tutelare i diritti dei Montalto sul feudo. Tuttavia Alessandro continua a tormentarla: come nuovo feudatario ha diritto di esercitare lo ius primae noctis, di essere il suo primo uomo... Ma non è forse quello che Irene sogna?
e mezzo
Il commento di Iaia
Alessandro di Iesi e Irene da
Montalto. Il destino di questi protagonisti, si intreccia in modo tale che ne
scaturisce un profondo sentimento, nonostante tutto il contorno sia ricco di
personaggi e accadimenti che rendono difficile il loro amore. La storia si
svolge in breve tempo, ma sufficiente a stabilire che i loro cuori battano
all'unisono.
Tutti i personaggi sono ben
delineati e ognuno ha le sue peculiarità che trovano nel romanzo una giusta
collocazione.
La Albanese ha evidenziato i
caratteri di ogni attore mettendo in risalto sia i loro difetti che le loro
doti. La trama è ben collocata all'interno del periodo storico, siamo intorno
al 1220, ed è una vicenda, seppur inventata, molto attinente con quel periodo.
Tra le figure minori del
romanzo, mi è piaciuto il saraceno, Ismail, che consiglia e segue sempre
Alessandro. Sembra quasi una figura paterna che il personaggio principale stima
e di cui si fida. I caratteri dei due protagonisti sono quasi simili. Lui è un
condottiero impavido, deciso nelle sue azioni, orgoglioso, arrogante, sa quello
che vuole ottenere, ma è anche giusto ed equo sia con i propri soldati che con
i suoi nemici. Lei, oltre a essere bella, è testarda e di carattere forte e c'è
ben poco che la spaventi e, quando le succede di aver timore è brava nel
dissimulare il proprio disagio, sempre pronta ad affrontare il
"nemico" guardandolo negli occhi e dimostrando il suo animo sincero e
fiero.
Alessandro e Irene mi sono
piaciuti molto. Lui non capisce perché senta la necessità di stare sempre più
spesso con Irene e quando ne è lontano il suo pensiero è rivolto solo a lei. E'
amore, ma non lo sa. Non gli è mai capitato di sentire queste sensazioni e a
volte diventa brusco proprio per il suo "malessere". E fa tanta
tenerezza. Lei invece si rende conto dopo aver frequentato
Alessandro per un po', che lo ama e lo accetta anche se la morte del padre è stata causata
da un seguace del protagonista e il feudo è diventato conquista dello stesso.
E' un romanzo che si legge
con passione, è veloce, i dialoghi sono diretti e ben modulati, rende il
lettore curioso, si vuol sapere al più presto cosa accadrà e come finirà. E'
una storia da leggere e che consiglio.
Un'unica domanda alla
Albanese: e la matrigna?
Vorrei segnalare due frasi
che la stessa autrice ha evidenziato in Facebook e che faccio "mie". Sono
parole pronunciate da Alessandro, sembrano arroganti, nella prima citazione, ma
sono giustissime nel dialogo che si sta svolgendo tra i protagonisti. E nella
seconda Irene sembra remissiva, ma non lo è.
Ripeto leggetelo!
Quando tuo marito ti prenderà, questa
notte, ti assicuro che penserai a me. Io invece penserò alla donna che sarà tra
le mie braccia.
— Dimenticavo che sei mia nemica. È così
che mi hai detto, vero? E questi giorni trascorsi con me non ti hanno fatto
cambiare idea.
— Io con voi ho trascorso solo le notti,
mio signore. Troppo poco per conoscere un uomo.
Nessun commento:
Posta un commento