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lunedì 7 luglio 2014

Trame e opinioni: Ritrovarsi a Manhattan di Carole Radziwill

Titolo: Ritrovarsi a Manhattan
Autore: Carole Radziwill
Casa editrice: Garzanti
Pag.: 293
Costo: 16,00













TRAMA
Clare sa bene che il destino a volte percorre strade inaspettate. Eppure non avrebbe mai immaginato di ricevere un'eredità così bizzarra: completare l'ultimo libro su cui stava lavorando suo marito, uno dei più famosi sessuologi americani. E ora Claire non sa da che parte cominciare. Perché è abituata a scrivere brevi articoli, ma un romanzo è un'altra cosa. Perché ritrovarsi vedova a New York a trent'anni è un'impresa tutt'altro che semplice. Ci sono regole non scritte cui non si può sfuggire. Tutti intorno a lei sembrano non aspettare altro che darle consigli su come comportarsi, su cosa fare o non fare, chi frequentare e chi evitare. Il galateo dell'alta società di Manhattan prevede fasi ben precise per chi ha perso il marito: osservare il lutto per il tempo giusto, ma non negarsi alla vita sociale; rimanere fedeli al ricordo dell'amore passato, ma conoscere nuovi uomini. Bisogna far fronte alla solitudine, assecondare gli amici, ascoltare i consigli di un terapista, anzi, meglio due, consultare una botanista, innamorarsi di un moderno cantastorie, se necessario... E poi c'è sempre quel libro da terminare, e anche qui una regole infallibile non c'è. Tra sorprese, colpi di scena, storie strampalate e tradimenti, Claire si accorge che, forse, quella che stringe tra le mani è la sua seconda occasione. Di iniziare di nuovo, di essere felice. Perché a volte bisogna solo spiccare il volo, senza voltarsi indietro.



IL MIO COMMENTO
Onestamente definire spiritoso questo romanzo è esagerato, potrei magari dire che è ironico, esilarante, disastroso, e anche un po' troppo pensante, questo sì, perché la mia domanda sorge spontanea: ma davvero una donna se resta vedova deve sottostare a tutta una marea di regole che definire pazzesche è un eufemismo? Ci sta che sicuramente (spero) è pura fantasia, ma mamma mia...
Claire, resta vedova, non riesce a capacitarsi cosa e come sia successo, lei non c'era, era in Texas, ma anche se ci fosse stata non credo che le cose sarebbero cambiate di molto, il destino, il fato, il caso e gli eventi di quella mattina erano predestinati ad andare così, che un Giacometti (statua verificatasi dopo essere falsa) cadesse sulla testa di suo marito e che la sua vita da quel momento in poi sarebbe cambiata. E sì, perché la vita di una vedova non può essere come quella di un tempo, anche se, quella di Claire era più da tappezzeria che non una reale vita di moglie alle prese con un reale matrimonio. No, onestamente Claire mi sembra sin dal primo momento una donna "succube" (nel senso lato della parola) del marito, un uomo famoso, egocentrico, e io credo anche molto maschilista, perché un fiore di donna colto sul nascere senza lasciarlo fiorire del tutto è solo egoismo. E poi a dirla tutta anche lei, un personaggio che si lascia manipolare dagli amici che le girano intorno, a volte sembra che tutto le sia indifferente, a volte invece cerca di reagire ma con poca convinzione. 
Mi dispiace essere stata così drastica, ma questo romanzo che dalla trama e dai commenti, nonché dalla copertina e titolo prospettava essere un buon libro mi ha lasciata con l'amaro in bocca, l'ho terminato a fatica sperando fino alla fine che qualcosa scattasse ma nulla, naturalmente ci tengo a precisare che il mio parere è puramente soggettivo, anche se può influenzare, leggetevi bene la trama, sfogliate qualche pagina quando andrete in libreria e che magari con voi non scocchi la scintilla!

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