giovedì 31 ottobre 2019

Rubriche: L'angolo dei classici

Titolo: Vittoria Accorombona
Autore: Ludwig Tieck
Casa editrice: Bompiani
Pag.: 184
Costo: 9,90 ebook















Siamo al tramonto del 1500 e la bella Vittoria Accorombona, nobile italiana indipendente e carismatica, si scontra con un mondo ostile e intimorito da una donna intelligente, in cui lo stato di diritto sembra essersi eclissato e nulla può essere dato per scontato. Intrepida e romantica, corteggiata con ardore da uomini potenti come il cardinale Farnese e Luigi Orsini, Vittoria rincorre l’autentica felicità e il vero amore, che pagherà a caro prezzo. Tra passioni travolgenti e intrighi sanguinari questo romanzo storico è al tempo stesso una decisa critica contro l’ipocrisia morale e un’apologia dell’autodeterminazione dell’individuo. Nella migliore tradizione di Walter Scott, Vittoria Accorombona è il testamento poetico di un grande scrittore e una delle opere più significative della letteratura tedesca del 1800, che vede la luce per la prima volta in edizione integrale, nella nuova traduzione di Francesco Maione a cura di Stefan Nienhaus.



Un libro di non facile lettura, più volte ho pensato di abbandonarlo per la pesantezza dei discorsi, pur essendo uno storico che delinea i fatti del tempo, non è stato semplice terminarlo.
Anche la sinossi trae un po' in inganno, perché se si presume che la storia giri intorno a questa giovane donna di indiscutibile bellezza, è una cosa errata. 
Durante la lettura mi sono spesso persa per i salti non temporali ma di passaggi da un posto a un altro, da un personaggio a un altro, con storie che allontanano la mia idea che mi sono fatta inizialmente.
Ma ora veniamo a noi.
Chi è Vittoria Accorombona? Basterebbe leggere su Wikipedia la sua storia e sapremo che fu una nobile donna, molto bella che divenne prima l'amante e poi la moglie di Paolo Giordano, duca di Bracciano.
Bene, questo è quello che pensavo di leggere, ma fino alla metà e un po' oltre del libro di tutto questo non si fa cenno.
L'autore, Ludwig Tieck, è uno scrittore tedesco vissuto a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, conosciuto soprattutto per le sue novelle in tema fiabesco, come Il gatto con gli stivali, opere e romanzi come Vittoria Accorombona.
Potrei dire che il libro diviso in capitoli narra le vicende storiche tra ducati, famiglie d'alto rango come i Medici e le cariche ecclesiastiche come i Farnese. Gli Accorombona non sono una famiglia di origini nobili, ma è stata capace grazie a Giulia Accorombona, madre di Vittoria, a crearsi una cerchia che li ha visti nel tempo benefattori, amabili e ben graditi tra le famiglie facoltose del tempo...
Se non fosse per i discorsi troppo lunghi e artefatti (ci stanno vista la prima edizione del libro che risale al lontano 1840 e tradotta integralmente) credo che mi sarei appassionata alla figura di questa donna così sicura di sé, del suo essere donna in un mondo dove la donna (scusate il gioco di parole) non è altro che una sposa, relegata al solo compito di compiacere il proprio marito e di non avere diritto su nulla, Vittoria è una voce che stride, è una voce fuori dal comune, per l'essere una poetessa, per avere un cuore capace di trascrivere su fogli parole dolci e cariche di sentimento in un mondo che vede primeggiare solo il poeta. Ma anche una mente acuta, capace di archittettare il suo futuro, di lasciar credere quello che non è.
Avrei voluto che questo classico mi colmasse il cuore, ma i troppi capitoli inerenti alla vita di corte, alle battaglie che non impegnavano in prima persona la nostra protagonista mi ha più e più volte distratta, facendomi perdere il filo del discorso con il personaggio stesso di Vittoria e il suo entourage.
Ringrazio la CE, Bompiani per la copia digitale offerta.


Floriana

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