giovedì 28 giugno 2012

RECENSIONE: LA RAGAZZA DEL LIBRO DEI FUOCHI


La ragazza del libro dei fuochi



Autore: Jane Borodale
Editore: Leggereditore

Jane Borodale vive in Inghilterra con il marito e due figli. Divide le sue giornate fra la creazione di sculture di grande successo e la scrittura. La ragazza del libro dei fuochi è il suo romanzo d'esordio, con il quale si è collocata nella terzina finalista del prestigioso Orange Prize 2010.



Londra 1752.
“Mi chiamo Agnes. Vivo in un cottage ai confini del villaggio di Washington, ai piedi delle Downs dove la sabbia si trasforma in argilla………Ho diciassette anni…….Trascorro metà della mia giornata a tessere la stoffa per venderla. E per il resto del giorno, faccio quello che fanno le ragazze: mescolo il cibo nelle pentole, do il mangime alle galline…….”
L’acqua che bolle nelle pentole, la carne di maiale salata e posta a macerare, dei bambini che giocano, piangono, aiutano dov’è possibile, e Ag che deve nascondere il fardello che porta nel suo ventre. Una bugia, delle monete nascoste nel suo grembiule e finalmente la decisione è presa, andare via, evitare un matrimonio riparatore, la vergogna per la sua famiglia.
“Sulla porta della casa dietro l’albero di noce, vedo un’insegna curiosa che cigola su un sostegno di ferro; un quadro dipinto di un uomo tozzo coperto di foglie che tiene in mano una stella luminosa………..”
Agnes bussa a quella porta con la speranza di un buon lavoro come governante, ma la fortuna in parte le volta le spalle, non è di una governante che hanno bisogno ma di un’aiutante. Cosa mai potrà fare se non la governante? Il signor Blacklock è un pirotecnico e nel suo laboratorio prepara miscele esplosive che serviranno ad allietare feste religiose o di personalità in vista.

“Mi piace il banco. Mi piace misurare le sostanza chimiche sulle bilance, con minuscole quantità che pesano una trentina di grammi o meno………. Mi piace sentire la grossa mazzuola che macina le sostanza chimiche inumidite dentro la cavità liscia e profonda del mortaio.”

Ed ecco che inizia la sua nuova vita, misurando, pesando, ma appena può evade da quel laboratorio per cercare, per conoscere nuovi volti che non le facciano sentire la mancanza di casa. Chissà come sarà il raccolto quest’anno, o come avranno reagito i suoi genitori alla sua scomparsa, molti ma e molti se, si affollano nella mente di Agnes e nel frattempo nel suo ventre qualcosa comincia a muoversi e lei non deve soffermarsi molto a pensarci altrimenti i sentimenti prenderanno il sopravvento e per lei sarebbe la fine.

“Il signor Soul si ferma a guardare cosa faccio mentre passa.                                            
<E cosa ti rende qualificata per lavorare qui, Miss Trussel? Dicono che una donna rallenta il lavoro o lo intorpidisce con ripicche e lamenti> dice.                                                   
<Non ho qualità speciali> dico, molto tranquilla, così da non disturbare il signor Blacklock. <Ma le mie dita sono abbastanza svelte per il compito che svolgo>.                                   
 <E che tipo di dita sono?> dice, e sono sicura che avrebbe afferrato la mia mano se non l’avessi allontanata da lui.                                                                                                 
<Dita da tessitrice> rispondo con il viso infuocato.”

Passano le settimane e infine i mesi, lo stato interessante di Agnes è sempre più evidente e lei spesso si domanda come farà, non riesce a confidarsi con nessuno e non vuole che una volta scoperto il fardello che porta in grembo, la caccino di casa, una casa, perché ora è quella la sua casa, il suo lavoro, ma riuscirà questa ragazza a districarsi fra i segreti che porta con se e le persone che la osservano capiranno perché è stata costretta a nascondersi?

Il mio commento
Ho faticato molto per terminare questo libro, che in un primo momento sia per il titolo che per la trama mi avevano incuriosita. Seppur scritto bene, senza utilizzo di termini particolarmente pesanti, la trama si snoda attraverso la vita quotidiana di Agnes e dei suoi segreti, dei suoi timori. In molti punti lei è descritta come una ragazzina ingenua che si lascia violentare, senza reagire, e quello che mi lascia perplessa è proprio la sua reazione. E’ vero che dalla descrizione degli ambienti lei vive in una famiglia molto povera, che i pregiudizi del tempo la costringerebbero a sposarsi, ma non è questo il punto, mi lascia ripeto perplessa la sua non reazione alla violenza, possibile mai che non si renda conto di quello che sta per succedere? Agnes sembra vivere in un suo mondo e nonostante le persone che la circondano cercano chi di avvertirla, chi di sfruttarla, lei spesso si rinchiude in se stessa rimpiangendo la sua fuga. Una lettura aperta a diverse sfaccettature, che può piacere oppure no.

1 commento:

  1. il blog cresce e diventa sempre più bello.... brava Flo! ti voglio bene :-)

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